Prendere sul serio Emilio Isgrò. Cancellandolo
Ebbro di nichilismo nicciano, l'artista proclama le sue cancellature “distruzione creativa”: si cancelli dunque la sua arte e vediamo se finalmente ne nascerà qualcosa
Si prenda sul serio Emilio Isgrò: lo si cancelli. In questi giorni l’artista siciliano è protagonista di una grande mostra antologica alla Fondazione Cini, Venezia, che raccoglie oltre cinquant’anni di opere e sono oltre cinquant’anni della stessa tetra ideuzza, appunto la cancellatura. Da troppo tempo Isgrò, incerto riguardo al creare, si permette di distruggere romanzi, enciclopedie, libri importanti cancellandone le parole con grosse righe nere. Un bricoleur del negativo, un fungo delle biblioteche, un saprofita della letteratura. Sulla scia di quel postmoderno che Maurizio Ferraris ha definito “movimento programmaticamente parassitario”. Ebbro di nichilismo nicciano, Isgrò proclama le sue cancellature “distruzione creativa”: si cancelli dunque la sua arte e vediamo se finalmente ne nascerà qualcosa.