Elogio di Elio Paoloni, scrittore in lotta contro il sinonimo unico
Con l'eremita salentino, sorta di Costanza Miriano al maschile, condivido l'attenzione alle parole. Ecco perché dico "famiglia naturale" invece di "famiglia tradizionale"
Con Elio Paoloni, l’eremita di Latiano, uno scrittore talmente isolato da pubblicare con case editrici più sconosciute del suo paesello salentino, condivido varie cose, prima di tutto l’attenzione alle parole. Di Elio Paoloni, che è un po’ un Costanzo Miriano ossia la faccia maschile di un’evangelizzazione umoristica e rigorosa insieme, neo-chestertoniana, leggo “La coppia inattuale” (Tau editrice). E ci trovo, a proposito di parole, di sostantivi e aggettivi, perle come questa: “Famiglie allargate, cioè sfasciate”. E questa: “Avere altre storie (già, si chiamano così, come se fossero avventure da raccontare, cose capitate ad altri)”. E quest’altra ancora: “La famiglia (che è delittuoso diminuire con l’insidioso aggettivo tradizionale)”. Un’insidia che minaccia anche me quando mi definiscono cattolico tradizionalista o cultore della cucina tradizionale, due modi per seppellirmi in vita. Non esiste un unico sinonimo, io dico famiglia naturale, cattolico scritturale, cucina territoriale. Ditelo anche voi.