Viva le ciminiere, viva i capannoni, viva Edoardo Nesi
Nel suo nuovo romanzo, lo scrittore pratese nasconde dietro i personaggi principali sé stesso, ovvero uno dei due più strenui industrialisti d'Italia (l'altro sono io)
Si legga “La mia ombra è tua” di Edoardo Nesi (La nave di Teseo) perché è romanzo scritto benissimo e pieno di meravigliosi toscanismi (“avviare” per “cominciare”, “garbare”, “chetarsi”, “vociare”…), perché procede come un treno, perché i suoi protagonisti sono antipatici, sgradevoli, bruschi, insomma toscani, perché dietro il personaggio principale Vezzosi (scrittore) e il personaggio secondario Casamonti (venditore di modernariato) si intravede spesso l’autore ossia uno dei due più strenui industrialisti d’Italia (l’altro sono io). Il primo viaggia, per sfregio, con una macchina anti-Greta e anti-green, “Jeep del 1979 tutta aperta, spinta da un motore di 6.600 centimetri cubici che consumava più d’una Formula 1 ed emetteva l’anidride carbonica d’un jet da caccia in decollo”. Il secondo si scaglia contro i padroni cinocaliforniani della globalizzazione: “Si son fatti un esercito di schiavi, maledetti loro, e questi schiavi sono i nostri figli… Questo, secondo loro, è l’unico lavoro adatto ai nostri figli… I fattorini…”. Viva le ciminiere, viva i capannoni, viva l’industria manifatturiera, viva Edoardo Nesi.