Lunghissima vita ai liberi matusalemme
Vedendo l'intervista a La7 di Ciriaco De Mita sono andato in visibilio. Mentre se voglio gustarmi un italiano raro devo rivolgermi a Vittorio Feltri, o a Riccardo Ruggeri quando definisce Carola Rackete "comandante di una nave negriera 2.0"
I giovani non hanno un pensiero, i mezza età anche se ce l’hanno non possono esprimerlo, i vecchi invece possono parlare liberamente perché non hanno più niente da perdere. Se voglio gustarmi un italiano raro ossia risentire “negri”, “froci, “zingari”, devo rivolgermi a Vittorio Feltri (classe 1943). Se voglio un giudizio raro su Carola Rackete ossia “il comandante di una nave negriera 2.0 per fornire manodopera a basso costo a questa Europa impotente a procreare”, devo rivolgermi a Riccardo Ruggeri (classe 1935). Se voglio un’analisi rara dei due Mattei devo rivolgermi a Ciriaco De Mita (classe 1928!). La7 ha intervistato l’annoso democristiano irpino e io sono andato in visibilio: Gianni Agnelli lo definì maliziosamente “intellettuale della Magna Grecia” ma stavolta eravamo proprio in Grecia, sembrava di sentir parlare Socrate. A un certo punto anche McLuhan. Novantun anni magnificamente portati, lo studio ingombro di libri e di carte, la giacca e la cravatta, la fede al dito, il gesticolare antico, l’accento orgoglioso, le parole ponderate e affilate, le pause sapienti... Ho assaporato la stroncatura di Renzi ma a lasciarmi oltremodo turbato, oltre che ammirato, è stata la liquidazione massmediologica e umana, molto prima che politica, di Salvini, “portavoce di una quantità di meccanismi di comunicazione. La comunicazione non è più pensiero, ma è suono. Lui suona, mica parla”. Lunghissima vita ai liberi matusalemme.