“I due periti”. Un duo comico
Maurizio Milani va a braccio, Camillo Langone fa da spalla. Più che cabaret, commedia dell’arte, più che televisione, Youtube
Nella cantina di Maurizio Milani, a Codogno, ho visto appeso il diploma di perito agrario e memore del mio, rilasciato dall’Itas Zanelli di Reggio Emilia, mi è venuta l’idea di un duo comico, “I due periti”. Se suona “I deperiti” fa lo stesso o fa perfino meglio visto che dobbiamo rappresentare la crisi del maschile, gli sconfitti della modernità, della globalizzazione, dell’emancipazione femminile. Gli elementi di un duo comico di solito sono complementari, che so, il vecchio e il giovane, il ricco e il povero, il bianco e il nero, mentre noi potremmo essere cugini: coetanei, entrambi cattolici, entrambi conservatori, entrambi bevitori, entrambi residenti in Val Padana... Di nuovo fa lo stesso: Milani è troppo bravo, è un grande improvvisatore, quando scrive è il nuovo Achille Campanile ma può benissimo andare a braccio mentre io mi limiterei a fargli da spalla e da sprone (è devastato dall’accidia, forse non si rifà nemmeno il letto). Più che cabaret, commedia dell’arte, più che televisione, Youtube, e un deperitissimo set è già pronto: il salottino di casa Milani, arredato anni Settanta e riscaldato con stufa a cherosene, vicino al fax col quale Maurizio, uno sconfitto della tecnologia, ancor oggi spedisce i suoi articoli al Foglio. Pronto pure il guardaroba: io col tabarro (la stufa è balorda), lui vestito da alluvionato. “I due periti”: un po’ osteria, un po’ goliardia, molta misantropia.