Dio salvi Boris Johnson
Il primo ministro britannico dimostra che i conservatori possono essere più divertenti dei dissipatori, e che la cultura può ancora battere l’entropia
Dopo il voto, rileggo Churchill (trovandoci ovviamente qualcosa del primo ministro attuale), Orwell (“Il leone e l’unicorno”), Eliot (“I quattro quartetti”) e mi commuovo come se l’Inghilterra fosse la patria mia. Poi ascolto “Rule Britannia” e faccio dei confronti. Il nostro inno esalta una sottomissione: “Ché schiava di Roma / Iddio la creò” (Mameli intendeva la Vittoria ma tutti capiscono l’Italia). Mentre loro cantano “Britons never will be slaves”… Dio salvi Boris Johnson: ha dimostrato che la cultura può ancora battere l’entropia, che i conservatori possono essere più divertenti dei dissipatori.