In ricordo di Franco Ciani
Avevi scritto qualcuna delle più fortunate canzoni italiane degli anni Ottanta. Prego perché ti ricordino al prossimo Sanremo facendo cantare da un’interprete giovane e bellissima “Pensami per te”
Ti sei ucciso nella città più triste d’Emilia. Ti sei ucciso in un vecchio tre stelle vicino alla stazione, e si sa che i quartieri della stazione sono i più tristi di ogni città. Tu che scrivesti qualcuna delle più fortunate canzoni italiane degli anni Ottanta (“Oltre la montagna” è anche una delle più belle), tutte canzoni da amanti, non da fidanzati, e dunque dolorose, torbide, sublimi proprio in senso burkiano (Anna Oxa attirava e intimoriva al contempo). Tu che hai avuto due fra le donne più belle di quella stagione, appunto Anna Oxa e poi Manuela Falorni, la Venere Bianca. Credo di averti invidiato, tanti anni fa. Stupidamente e temporaneamente perché passa la bellezza, passano i soldi, passano anche le canzoni, passa tutto e passerà perfino il tuo suicidio che temo non verrà ricordato come quelli per certi versi prossimi (dintorni di stazione, dintorni di festival di Sanremo...) di Pavese e di Tenco. Non eri un grande scrittore, non eri un cantante di culto, Franco Ciani, eri soltanto un paroliere per giunta finito ai margini. Il tuo biglietto d’addio mi sembra però il migliore: vi chiedi perdono a Dio per il gesto che stai per compiere. Mi unisco alla tua invocazione e aggiungo una preghiera mia: che ti ricordino al prossimo Sanremo facendo cantare da un’interprete giovane e bellissima “Pensami per te” (con quel verso struggente: “Se tu vuoi puoi sognarmi nelle notti che sei solo”).