Cacciare volpi in onore di Sir Roger Scruton
“La caccia dà un significato a tutto” scriveva l'intellettuale inglese. Non c'è modo migliore di onorare la sua morte che riprendere il fucile in mano
Riprendo in mano “Sulla caccia” di Roger Scruton (Editoriale Olimpia), lo faccio perché è appena morto ma avrei dovuto farlo a prescindere, da tanto la venagione è ora più che mai ontologicamente centrale. “La caccia dà un significato a tutto”, scrisse il filosofo conservatore nel 1998, e così oggi capisco quanto sia significativa Kate Middleton, valorosa tiratrice, e insignificante Meghan Markle, ordinaria animalista. Molti hanno scritto dei suoi molti interessi, io devo ricordare che sostenne perfino la pittura italiana vivente: per quattro edizioni fu giurato del Premio Eccellenti Pittori – Brazzale, anche se la mia non conoscenza dell’inglese rese il nostro rapporto alquanto laconico (mi avvalevo di Google Traduttore, figuriamoci). In “Sulla caccia” sostiene in particolare la caccia alla volpe, di cui era fiero praticante. A pagina 19 c’è la ricetta dell’animale: “Dopo aver spellata e pulita la volpe, si deve farla marinare per un giorno in salamoia, per levare l’aroma pungente; va poi lavata per cinque minuti in acqua corrente, spezzata come si fa con la lepre, marinata per altre sei ore, in vino rosso con cipolla, aglio, erbe aromatiche, ecc, e si procede come per la lepre in pentola”. Prego che un cacciatore intrepido mi procuri una volpe da cucinare in onore di Sir Roger Scruton (Buslingthorpe 1944-2020).