Immigrazione libera e parola vietata
Il programma politico delle Sardine è semplicissimo
“Chiunque, compreso Hitler e Stalin, è lieto di tollerare l’espressione di opinioni che condivide” ha scritto Noam Chomsky. Mi dispiace che i miei antichi miti Manuel Agnelli e Franco Arminio, partecipando (il primo in carne e ossa, il secondo in effigie) al raduno bolognese dei comunisti del Terzo millennio, le Sardine, abbiano dimostrato di non riuscire, in materia di libertà di espressione, a ragionare molto meglio di Hitler e Stalin. Il programma politico delle Sardine è semplicissimo: invasione più censura ossia immigrazione libera e parola vietata (con il Daspo social invocato da Mattia Santori per mettere a tacere chi non la pensa come lui). Tralascio la questione immigrazione e vengo alla questione espressione. Tralascio gli altri 39.998 partecipanti (sono un elitista) e mi occupo dei due artisti. Manuel Agnelli negli anni Novanta cantava con i suoi Afterhours “forse non è proprio legale sai / ma sei bella vestita di lividi”, roba eccitante che in questo deprimente presente gli varrebbe un Daspo immediato e a vita. Franco Arminio negli anni Zero scriveva (vivendo in Irpinia ma non nel capoluogo): “Se vado ad Avellino / già sono straniero”. E io non posso dire di sentirmi straniero in via Padova a Milano? Altrimenti vengo segnalato dalle Sardine sorveglianti? Prego i miei antichi miti di guardarsi allo specchio, di osservare questa loro turpe urgenza di applicare la mordacchia alle persone, e di vergognarsene un po’.