Chi giudica strana e sgradevole l'arte contemporanea si rassegni: lo è l'arte di ogni tempo
Un bel librone di Daniel Arasse racconta quanto stranezze e sgradevolezze abbondassero tra Trecento e Cinquecento
Chi giudica strana e sgradevole l’arte contemporanea, la pittura vivente, prenda “L’uomo in prospettiva. I primitivi italiani” di Daniel Arasse, un bel librone Einaudi dove le stranezze e le sgradevolezze, pescando fra Trecento e Cinquecento, soprattutto nel Quattrocento, abbondano. “Che utilità ha per la devozione la moltiplicazione degli angeli nell’Annunciazione di Filippo Lippi a San Lorenzo a Firenze? Che ne è del fedele? Dovrà forse pensare che sono esistiti tre arcangeli Gabriele?”. Lo storico dell’arte francese, specialista di pittura italiana, mostra a quali livelli di assurdità sia arrivato un pittore per altri versi superdigerito e supermuseificato (Uffizi, Louvre, Ermitage…). Poi segnala l’espressionismo sfigurante, malato, di Cosmè Tura, l’azzardo offensivo di Masaccio che dipinge due committenti della stessa dimensione di Dio Onnipotente, la folle presunzione del Pinturicchio che appende il suo autoritratto nella camera della Madonna…Chi giudica strana e sgradevole l’arte contemporanea si rassegni: strana e sgradevole è l’arte di ogni tempo, a guardarla bene.