Querida Amazzonia, querida Italia
"È necessario assumere la prospettiva dei diritti dei popoli e delle culture” recita l'esortazione apostolica dedicata alle culture minacciate. Ecco perché oggi mangerò pesto di cavallo invece che riso alla cantonese
Querida Amazonia, querida Italia. Come scrive Papa Francesco nell’esortazione apostolica pubblicata ieri, “l’economia globalizzata danneggia senza pudore la ricchezza umana, sociale e culturale”. Proprio per questo non ho mai frequentato i ristoranti cinesi. Il coronavirus non c’entra: ho sempre amato la ricchezza culturale della variegatissima cucina regionale italiana e ho sempre saputo che riso alla cantonese e involtini primavera (come pure sushi, kebab, Big Mac…) l’avrebbero impoverita fino a renderla il fantasma di sé stessa, riducendola a quattro piatti turistici. Oggi fra Prato e Firenze nelle mense di 56 scuole verranno serviti cibi cinesi, e ai bambini verranno imposte le bacchette. Con le migliori intenzioni (lotta ai pregiudizi) e con i peggiori risultati (ulteriore danneggiamento di una cultura fragile, solo 60 milioni di appartenenti, inferto da una cultura potente e invadente, 1 miliardo e 430 milioni di appartenenti). Sugli indigeni italiani nessuno organizza sinodi. Ma basta applicare i punti dell’esortazione apostolica dedicati alle culture minacciate: “È necessario assumere la prospettiva dei diritti dei popoli e delle culture”. Oggi a pranzo assumerò la mia prospettiva e mangerò pesto di cavallo, peculiarissimo piatto della mia querida Parma.