La morale, ai tempi del coronavirus, torna a essere una questione di vita o di morte
Se in un ospedale è rimasto un solo posto di terapia intensiva e ci sono due malati di uguale gravità ma diversa età, a chi daresti il posto?
Se in un ospedale è rimasto un solo posto di terapia intensiva e ci sono due malati di uguale gravità ma diversa età, a chi daresti il posto? Ho fatto questa domanda fastidiosa a molti medici ospedalieri, qualcuno mi ha risposto che stanno arrivando non so quanti respiratori e non ci sarà bisogno di compiere scelte così terribili, qualcuno mi ha risposto che assegnerebbe l’unico posto libero al paziente con più possibilità di sopravvivere (non necessariamente al più giovane: un settantenne precedentemente sano verrebbe privilegiato rispetto a un cinquantenne con patologie pregresse), qualcuno mi ha risposto che invece lo assegnerebbe al paziente più a rischio… Insomma una certa confusione. Nessuno mi ha risposto come avrei risposto io: darei il posto al malato con figli minori rispetto al malato senza figli, oppure, se entrambi i malati fossero genitori, al malato coi figli più piccoli. Si noti come la morale, abitualmente disprezzata, in presenza di un’epidemia torni a essere una serissima questione di vita o di morte. E ciascuno provi a dare una risposta alla mia domanda fastidiosa.