Se andrò all’inferno non sarà per il chilo di lenticchie comprato domenica al Despar, ma preoccuparsi così tanto dello stomaco è umiliante
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Per la prima volta nella mia vita sono entrato in un supermercato di domenica. Un caso di forza maggiore, ci mancherebbe: dovendo tornare abbastanza di fretta in zona rossa, dove chissà se sugli scaffali è rimasto qualcosa, comprare un po' di pasta, riso, legumi, scatolame mi è sembrato prudente. Però ho violato il terzo comandamento e mi sono sentito sporco. Il Vangelo al riguardo non è chiaro. “Non affannatevi di quello che mangerete”, dice Gesù che invita a osservare gli uccelli del cielo, nutriti dal Padre celeste. Poeticissima immagine.
Ma altrove il Figlio afferma, più prosaicamente, realisticamente, che il sabato è fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato. Se andrò all’inferno non sarà per il chilo di lenticchie comprato domenica al Despar, tuttavia prego di riuscire a essere più santo: preoccuparsi così tanto dello stomaco non solo è dissacrante, è umiliante. E io oggi mi vergogno.