Leggere Pierre Nicole e convincersi della "nullità della vita terrena dell'uomo"
Il filosofo francese del Seicento può avere un effetto calmante, in questi giorni ansiogeni
“Ognuno contempli la durata infinita che lo precede e lo segue, e vedendoci la propria vita come rinchiusa, stimi quanto di tale infinito occupa. Faccia lo stesso con lo spazio. Stimi ciò che il suo corpo è nell’universo” e insomma si convinca “della nullità della vita terrena dell’uomo”. E’ sempre una gran consolazione la vera filosofia, e dunque le poche, preziose pagine che compongono “Miseria dell’uomo” di Pierre Nicole (Liberilibri). Era costui un filosofo francese del Seicento, cattolico giansenista vicino a Pascal e però più moderato, quasi scettico (in senso stretto, greco), la cui lucidità estrema prefigura Cioran. In questi giorni ansiogeni “Miseria dell’uomo” può avere un effetto calmante, insegnando a prenderla con filosofia: “La vita dell’uomo dipende da una macchina talmente delicata e composta da così tanti ingranaggi, che, anziché stupirci di come si distrugga, dovrebbe stupirci di come possa anche solo sussistere per qualche tempo”. Dopo averlo letto mi ha preso l’allegria (di naufragi?).