Santi della peste, dove sono i vostri eredi?
La lettura delle vite di San Carlo Borromeo, Santa Caterina da Genova, San Francesco Maria da Camporosso, San Luigi Gonzaga, San Rocco mi esalta prima e mi sconforta poi
San Carlo Borromeo, Santa Caterina da Genova, San Francesco Maria da Camporosso, San Luigi Gonzaga, San Rocco, Santi della peste, del colera, del tifo, delle peggiori malattie infettive, la lettura delle vostre vite mi esalta. Tu San Carlo che a Sesto San Giovanni desti la comunione, personalmente e sulla lingua, a stuoli di appestati. Tu Santa Caterina che a Genova, in un mistico slancio, baciasti sulla bocca una morente di peste. Tu San Francesco Maria che, sempre a Genova, moristi di colera per aver continuato ad assistere gli infetti. Tu San Luigi che a Roma prendesti il tifo trasportando a spalla un malato raccolto per strada. Tu San Rocco che ad Acquapendente e a Roma e sulla via Emilia da Rimini a Piacenza guaristi gli ammorbati col segno della croce sulla fronte. La lettura delle vostre vite mi esalta prima e mi sconforta poi. Dove sono i vostri eredi? Perché non sorgono più taumaturghi? Colpa della nostra poca fede? Del Papa che anziché elogiare voi elogia Fabio Fazio? Dell’arcivescovo Delpini che pratica il distanziamento religioso, pregando la Madonna da molti metri e all’ombra dell’indifferentismo, anziché abbracciare Cristo crocefisso come voi facevate? Di Radio Vaticana che trasmette il massonico Inno di Mameli? Lo Spirito Santo, grazie al quale si compiono guarigioni e miracoli, ha davvero abbandonato la Chiesa? Santi della peste, mandate Santi!