Il ritmo della mia settimana: giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa
Ora che che i giorni si susseguono indifferenziati e vuoti come in carcere, è più facile percepire come la settimana piatta rappresenti un avanzare nel nulla. Occorre ridare una forma al tempo
Giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa. Si ridia alla settimana il ritmo perduto: a un certo punto (approfittando dell’ambigua, decadente “Paenitenimi” di Paolo VI) un clero abbandonato dallo Spirito Santo ha abbandonato il venerdì di magro, la trippa ha cominciato a fare schifo, gli gnocchi si sono sparpagliati nel calendario dove sono stati sconfitti dalla pasta industriale. E non ho voglia di dilungarmi sulla distruzione della domenica, giorno del Signore e delle pasterelle, così evidente in questo marzo tragico. Ora che tutto è compiuto, che i giorni si susseguono indifferenziati e vuoti come in carcere, è più facile percepire come la settimana piatta rappresenti un avanzare nel nulla. Per ridare una forma al tempo si provi a fare come da ieri provo a fare io: giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa (a trovarla).