Durante questa quarantena statale la televisione ha preso il posto della religione, e il popolo cattolico ha taciuto. Cosi le chiese sono vuote e silenziose anche se sarebbero in grado garantire non uno ma dieci metri di distanza
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San Giovanni, i tiepidi saranno vomitati (Apocalisse 3,15), e i muti? Per la prima volta, durante questa quaresima statale, la televisione ha preso ufficialmente il posto della religione. Il cristianesimo ha espresso alcuni gesti singoli, anche del Papa, ma il popolo cattolico ha taciuto, si è volatilizzato. Le chiese sono vuote. Io sono un riaperturista e mi lamento per la chiusura delle librerie e del resto ma della chiusura delle chiese non posso lamentarmi perché molte sono aperte. Eppure sono vuote. Vuote e mute. San Giovanni, vado a pregare tutti i giorni in chiese sempre diverse e di rado trovo qualcuno. Anche la domenica, anche in famose basiliche, mi è capitato di sostare per interi quarti d’ora in perfetta solitudine, nel totale silenzio. Mi dicono sia così ovunque, chiese enormi che potrebbero garantire una distanza interpersonale non di un metro ma di dieci metri sono disertate. Come se l’idea gnostica di una religione incorporea si fosse incontrata col pantofolismo senile di un popolo immemore. Persone che al massimo si avventurano sul balcone. “Si direbbe che gli uomini non credono più a nulla, tranne che alla nuda esistenza biologica”, ha scritto Giorgio Agamben. Muti e nudi, dunque. San Giovanni, i tiepidi saranno vomitati, e i muti?