L'Africa come espressione puramente geografica
E' l'impressione che si ha leggendo un bel librone Einaudi che mostra lo stato dell’arte fotografica a sud della Sicilia
Gli eurocentrici apprezzino “L’Africa del XXI secolo. Fotografie di un continente”, bel librone Einaudi che mostra lo stato dell’arte fotografica a sud della Sicilia. Perché ne ricaveranno che l’Europa è ancora il centro, quantomeno culturale, del mondo. Quasi tutti gli artisti inseriti in questo ricco coloratissimo catalogo hanno l’Europa, non il Congo, come riferimento: alcuni hanno studiato in Europa, molti in Europa vivono, tutti in Europa vendono o vorrebbero farlo. Quasi tutti la menano con l’anticolonialismo e siccome sono nati dopo la fine delle colonie somigliano a quei cinquantenni che danno ancora la colpa ai genitori dei propri fallimenti esistenziali. Ma è tutta invidia, tutta imitazione: il desiderio di europeizzarsi spunta da ogni pagina (si guardino in particolare Kader Attia, Omar Victor Diop, Mario Macilau). L’Africa appare come espressione puramente geografica, nonostante il tentativo curatoriale di unificarne l’arte intorno al risentimento antieuropeo. Cosa c’entra un fotografo marocchino con un angolano, un sudafricano bianco con un nigeriano? Niente, e questa collezione di immagini spesso affascinanti lo dimostra. Gli eurocentrici sospirino di sollievo.