L'Italia illiberale spiegata con Carlo Emilio Gadda
"I miti del somaro" non parla solo di Mussolini: in generale degli italiani su cui qualsivoglia potere politico può fare affidamento per controllare i dissenzienti o i semplici agnostici
Il virus sta ripulendo molte tasche e ha ripulito il mio comodino (la pila di libri si è volatilizzata, erano dieci anni che non ne vedevo la superficie). In crisi di astinenza vado a cercare qualcosa negli scaffali dimenticati e ritrovo Carlo Emilio Gadda, “I miti del somaro”, un librino Scheiwiller ormai reperibile solo in antiquariato. “In Italia v’aveva più spie che cristiani”, leggo a pagina 63. Gadda scriveva del ventennio fascista (il somaro ovviamente è Mussolini) ma l’osservazione è ancora valida. Anzi lo è di più. Ciò che al tempo del Gran Lombardo era un’iperbole oggi somiglia a una statistica, verificati i banchi vuoti delle poche chiese aperte e immaginato il numero di delatori lesti a segnalare corse, preghiere, passeggiate, grigliate... Si studi il fenomeno alla stregua di una costante nazionale, e come causa, non effetto, del fascismo passato e dell’autoritarismo presente: italiani illiberali e invidiosi su cui qualsivoglia potere politico può fare affidamento per controllare i dissenzienti o i semplici agnostici.