Ridatemi l'autostrada
Quella del Sole, o l'Adriatica, i cartelli di Roncobilaccio e Cantagallo, la chiesa di Michelucci a Campi Bisenzio. Ne soffro l'astinenza a tal punto da essere nostalgico persino di Isoradio
Ridatemi l’autostrada, rivoglio la mia autostrada, l’Italia non sarebbe l’Italia senza l’Autostrada del Sole e io non sarei io senza l’Autostrada Adriatica... Non conosce la dolcezza del vivere chi non conosce i cappuccini di Sarni e i succhini di Crostolo Ovest, il ristorante a ponte di Fiorenzuola dov’era bello bere Lambrusco, i cartelli di Roncobilaccio e Cantagallo, la chiesa di Michelucci a Campi Bisenzio, la Madonna di San Luca dopo il casello Valsamoggia e quella di Loreto dopo l’autogrill Conero, lo spegnersi della A31 a Piovene Rocchette, lo stringersi dell’Appennino alle gole di Popoli, l’uscita in direzione mare dalla galleria di valico sulla Cisa, la rupe di Orvieto alta sulla destra, lo slalom tra le cave di Apricena, le torri di Fidene prima di arrivare a Roma... Faticherà a capirmi chi nei, o dei, Settanta non ha ascoltato “Autobahn” dei Kraftwerk (non necessariamente fra Colonia e Bonn), chi nei Dieci non ha ascoltato “Highway rider” di Brad Mehldau (non necessariamente fra Hollywood e Malibu), chi nei Novanta non ha ascoltato “Mare mare” di Luca Carboni (necessariamente verso Riccione): “Ho fatto il pieno in autostrada...”. Non lo voglio il monopattino, tenetevelo voi che avete votato Sala, non la voglio la Tesla, tenetevela voi che avete fede in Musk, il termoscanner delle stazioni sapete dove mettervelo, io sono per il motore a scoppio, sono per il trasporto privato, le quattro ruote e le sei corsie perché “le automobili sono un simbolo di libertà” come diceva l’avvocato Agnelli e come in questi (ultimi?) giorni di oppressione ripeto io, in astinenza da autostrada, nostalgico perfino di Isoradio.