Fratelli di banconote
Vorrei conoscere il writer che a Parma ha scritto sui muri: "“No alla carta di credito / Difendi il denaro contante". Gli offrirei da bere e pagherei con banconote fruscianti, libere, libertarie
Ho scoperto di avere un fratello che scrive sui muri. Non un fratello di sangue, un fratello di spirito che in vari angoli di Parma ha scritto: “No alla carta di credito / Difendi il denaro contante / Il contante è libertà”. Ne sono rimasto commosso, come sempre mi commuovo di fronte alle eccezioni: di regola i writer sono conformisti pauperisti, nemici del denaro e della prosperità, a cominciare da Banksy che spesso si scaglia contro il consumismo. Ho ammirato la grazia delle scritte, facilmente rimovibili perché eseguite con un semplice gessetto, non con lo spray, e il perfetto tempismo: proprio in questo periodo lo stato e le banche approfittano del virus per soffocare vieppiù il mezzo di pagamento definito da Enzensberger “ultimo fastidioso residuo della sfera privata”. Ho scoperto di avere un fratello che scrive sui muri e vorrei conoscerlo, offrirgli da bere e poi pagare audacemente l’oste con banconote fruscianti, non tracciabili, libere, libertarie.