Appassionarsi alle biografie dei vignaioli eroici
Albino Armani ed Elisa Dilavanzo sono due paladini dei rispettivi territori, quasi due santi che hanno sfidato i pregiudizi di un pubblico senza palato per restaurare o instaurare una cultura
In un tempo dominato dagli sciacalletti, forti solo in branco, c’è un vitale bisogno di eroi, fortissimi anche se isolati, e dunque di leggere “Come il vino ti cambia la vita” di Laura Donadoni (Cairo). Sottotitolo: “Storie di rinascita, coraggio e ritorno alla terra”. Si salti la prefazione di Oscar Farinetti (quante prefazioni ha scritto quest’uomo?) e si passi alle biografie dei vignaioli eroici. Mi limito a citarne un paio. Albino Armani era un fortunato produttore di Pinot Grigio, vino internazionale e ultracommerciale: chi gliel’ha fatto fare di dedicarsi al superautoctono Casetta o Foja Tonda? Passione e vocazione, chiaro. Elisa Dilavanzo era un’invidiata venditrice di champagne: chi gliel’ha fatto fare di gettarsi anima e corpo nella produzione di un vino fuori moda come il Moscato Fior d’Arancio? Passione e vocazione, chiaro. Due paladini dei rispettivi territori, quasi due santi (appartenenti alla religione di Bacco) che hanno sfidato i pregiudizi di un pubblico senza palato, assuefatto allo spritz, per dare una bandiera ai propri luoghi, per restaurare o instaurare una cultura. Siano lodati, studiati, imitati, bevuti.