Ren Hang e le similitudini tra censura cinese e censura social californiana
Se si ama la libertà europea si visiti la mostra postuma di un grande fotografo cinese, al Centro Pecci di Prato
Si vada a vedere, fino al 23 agosto al Centro Pecci di Prato, la mostra del fotografo cinese Ren Hang come si va a vedere la mostra di un anticipatore e di un martire. Hang, più volte arrestato e poi suicida nel 2017 a soli 29 anni, aveva capito che la censura non è un’esclusiva cinese, come invece piace pensare agli occidentali privi di un pensiero personale e dunque al sicuro da rappresaglie. Dopo aver lavorato negli Usa, disse: “Per me la questione della censura è quasi la stessa in entrambi i paesi. Quando facevo le foto a Central Park ero comunque preoccupato che i poliziotti potessero arrivare a fermarmi”. I nudi di Hang, giovani e tristi, poveri ed eleganti, spudorati e aggraziati, possono piacere o non piacere. A me piacciono ma non è questo il punto. Il punto è che Hang rivela la parentela fra censura comunista cinese e censura social californiana, sotto la cui scure cade qualunque forma di espressione occidentale indipendente, non importa se prodotta dal presidente degli Stati Uniti o da un artista realista. Si visiti la mostra postuma di un grande fotografo cinese, se si ama la libertà europea.