Piuttosto che cambiare vita, faccio prima a cambiare amici
C’è stato un tempo in cui viaggiavo molto in treno e in cui non sopportavo il vivere fuori dalle mura urbiche. Quel tempo è passato. Ma non sono cambiato io: sono cambiate le cose
Cambiare vita o cambiare amici? Faccio prima a cambiare amici, credo. C’è stato un tempo in cui viaggiavo molto in treno, e lo teorizzavo, un tempo in cui non sopportavo il vivere fuori dalle mura urbiche, e lo teorizzavo. Quel tempo è passato. Ma non sono cambiato io, come lamentano gli amici attardati: sono cambiate le cose. E, alla maniera di Keynes, quando cambiano i fatti cambiano le mie opinioni. Se scali e vagoni sono divenuti multietnici un monoetnicista non può che rifugiarsi sulla propria automobile, finalmente duca nel suo ducato. Se sindaci e spritz hanno reso faticosissimo risiedere, parcheggiare, dormire in centro storico, l’amante della libertà non può che indirizzarsi verso quartieri senza ztl e aperitivi. “Per ogni cosa c’è il suo momento”, insegna l’Ecclesiaste. Prego ci siano amici per ogni momento.