Preghiera
Il lockdown sul modello cinese non è stato efficace. Un libro spiega perché
I governi europei durante la pandemia non hanno seguito la scienza ma l'esempio della Cina. E' andato davvero tutto bene?
“I cani portati a spasso due volte al giorno, i bambini chiusi in casa per settimane e settimane senza poter prendere una boccata d’aria. Anche questo è stata la guerra al Coronavirus made in China”. Roberto Volpi nel suo ultimo libro, scritto insieme a Eugenio Serravalle e pubblicato da Il leone verde, mi ricorda qualcosa che vorrei dimenticare, il marzo in cui lo stato mi tolse la messa e la libertà di movimento. “Cinese il virus, cinese la strategia di contrasto”. Io alla sicurezza antepongo la libertà (anch’io come Andrea Bocelli mi sono sentito “umiliato e offeso per il divieto di uscire di casa”) ma Volpi di quella strategia critica innanzitutto l’efficacia. “Mai si sarebbe dovuta attuare in Italia una quarantena sul tipo di quella cinese, rozza e indiscriminata”. Siccome “gli anziani carichi di patologie croniche preesistenti non sono morti perché sono andati in giro. Al contrario sono morti paradossalmente perché non sono andati in giro, perché sono stati chiusi 24 ore su 24 con chi poteva infettarli”. Il libro di uno statistico ovviamente è pieno di numeri eppure mi ha lasciato soprattutto un’idea: i governi, e in particolare i governi europei, durante la pandemia non hanno seguito la scienza, del resto mai così platealmente incerta, hanno invece seguito la Cina, sogno non più proibito, modello sempre meno segreto di ogni statalista.