Rileggere Pellegrino Artusi
Perché i cancellatori che si avventano contro i giganti potrebbero avere da ridire sull'incipit del famoso ricettario
Pellegrino Artusi, oggi è il bicentenario della tua nascita e sono un po’ preoccupato per la tua statua di Forlimpopoli. Gli iconoclasti, i cancellatori, tutti questi nani che, forti del numero e dell’ignoranza, si avventano contro i giganti, potrebbero avere da ridire sull’incipit del gran ricettario: “Due sono le funzioni principali della vita: la nutrizione e la propagazione della specie”. Non avresti quindi apprezzato i ristoranti “Lgbtq friendly”, amici dell’estinzione. E però rileggendoti in questi giorni ho scoperto una piccola crepa, un cedimento, qualcosa che sembra porsi all’inizio della presente deculturazione. Nella ricetta 535, Oca domestica, parli del fegato d’oca “reso voluminoso mediante un trattamento speciale lungo e crudele, inflitto a queste povere bestie”. E’ una frase da pappamolla animalista ma io ti difenderò ugualmente in nome della ricetta 516, Uccelli arrosto (“Sieno tordi, allodole o altri più minuti”), priva di scrupoli poco virili anche nei passaggi più cruenti: rovesciare le ali, tagliare le zampe, forare il tendine, infilare l’animale, configgere il becco nello sterno...