Si legga Agamben per capire dove falliscono Stato e Chiesa
"A che punto siamo" dice alcune cose anche sulla condizione del capitalismo e delle università. Ma andrebbe letto solo se non si hanno tendenze suicidarie
Si legga “A che punto siamo?” di Giorgio Agamben (Quodlibet), raccolta di tutti gli interventi del filosofo sulla nota pandemia, per conoscere: 1) lo stato del giornalismo (uno dei testi che compongono il libro è stato prima richiesto e poi rifiutato dal Corriere, siccome Dio acceca chi vuole perdere: oggi a cosa serve un giornale se non ad alimentare il dibattito culturale?); 2) lo stato dello Stato (“I politologi americani lo chiamano Security State, cioè uno stato in cui per ragioni di sicurezza si può imporre qualsiasi limite alle libertà individuali”); 3) lo stato della Chiesa (“Facendosi ancella della scienza, che è ormai divenuta la vera religione del nostro tempo, ha radicalmente rinnegato i suoi princìpi più essenziali. Ha dimenticato che i martiri insegnano che si deve essere disposti a sacrificare la vita piuttosto che la fede”). Nel libro anche il capitalismo appare in cattivo stato, e l’università in cattivissimo. Si legga Agamben, non per nulla uno dei pochissimi filosofi italiani viventi letti all’estero, ma solo se non si hanno tendenze suicidarie.