Era più comissiano che pasoliniano, Nico Naldini cugino di Pasolini morto l’altro ieri a Treviso. Indispensabile biografo di entrambi gli indispensabili autori, su Pier Paolo disponeva ovviamente di maggiori informazioni ma al sereno, disimpegnato Giovanni somigliava di più. Non per nulla, da friulano che era, aveva scelto di vivere nella Marca Gioiosa. Non per nulla aveva scritto Il treno del buon appetito, titolo che il tetro parente non avrebbe mai potuto concepire. Naldini, che incontrai per l’appunto a Treviso in un giorno lontanissimo (“10 ott. 1996” ritrovo scritto nella dedica), mi ha trasmesso uno stupendo concetto comissiano: il Veneto Felice. Nella prefazione al libro di Comisso così intitolato scrisse: “Il popolo veneto è incapace, come per un dono celeste, di qualsiasi durezza o violenza”. Spesso nei luoghi si trova ciò che si cerca, e io in Veneto questo incanto ho sempre cercato e questo incanto ho sempre trovato. Sia generoso il Cielo anche con Nico (Domenico) Naldini, siano cancellati i suoi peccati, siano per sempre sua dimora le nuvole azzurrine e morbide del Tiepolo.
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