Fracchia la belva umana (1981) 

Preghiera

Se il locale indipendente medio fa schifo

Camillo Langone

Bar e ristoranti con tv e slot machine in sala, prosecchi rancidi sugli scaffali ed Emma Marrone che bercia dalle casse. Riabilitiamo le catene impersonali 

Non esistono, o non ho mai visto, locali di catena tanto sgradevoli e sciatti come il locale indipendente medio. Pur standoci attento, pur cercando di documentarmi prima su internet, nelle città o nei quartieri che non conosco quando voglio mangiare o voglio bere finisco spesso in posti con gli schermi televisivi in sala, a volte perfino accesi, o con le slot machine, o con le foto delle squadre di calcio, o con le bottiglie di prosecco rancido ad agonizzare sugli scaffali in alto, o con le locandine storte degli spettacoli tristi di provincia, o con le luci al risparmio (altrimenti dette “luci dei morti”), o coi grissini nelle bustine, o con l’acqua nelle bottigliette di plastica, o con le sedie di plastica, o con il menù non di plastica bensì plastificato, o con i piatti sbeccati, o con i bicchieri sbagliati, o con Emma Marrone che bercia dalle casse sfrigolanti, o con molti di questi dispiaceri messi insieme per il mio sconforto. Finisco spesso in simili antri e allora mi viene voglia di Signorvino, catena di enoteche il cui assortimento di bottiglie le osterie folcloristiche se lo sognano, o perfino di Tormaresca, i cui vini Antinori non mi interessano minimamente ma che consiste di ambienti freschi e ordinati. Se le catene avanzano è perché il bar medio fa schifo, la pizzeria media fa schifo, il ristorante medio fa schifo, e l’impersonalità è meglio di una personalità scadente. Che il Dio delle trattorie mi perdoni.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).