Preghiera
Se la cultura è un diritto, ho diritto alla mia cultura
Al museo Macro di Roma c'è un convegno che propone un'idea di cultura da assessorato. La mia idea di cultura è invece legata a opere e idee sempre minoritarie, spesso ultraminoritarie
Da oggi al museo Macro di Roma c’è un convegno organizzato da Roma Capitale e Uclg (una sorta di Onu dei Comuni) sulla cultura come diritto, come fondamento di una “società equa e coesa”, come produzione di documenti da farcire con parole bla-bla quali “inclusività”, “condivisione”, “democratizzazione”, “solidarietà”, “sostenibilità”. E’ un’idea di cultura da assessorato alla cultura. La mia idea di cultura è invece contenuta in questo elenco ritmico e rimato: “Pittura, letteratura, liturgia, leccornie, bottiglie, Italia”.
In ognuno di questi campi sono solito inserire cose non universalmente condivise, per fortuna o purtroppo. Cose piuttosto esclusive: i quadri di Giovanni Gasparro, il libro della Genesi, le messe in latino con la comunione sulla lingua, e in ginocchio, il cappon magro col mosciame di delfino (se non sono cultura gli antichi ricettari…), il raboso frizzante rifermentato in bottiglia (ho appena discusso con chi invece apprezza il per me imbevibile raboso fermo invecchiato in barrique), i confini sacri alla patria. Opere e idee sempre minoritarie, spesso ultraminoritarie. Ma se davvero la cultura è un diritto, mi si riconosca il diritto alla mia cultura. Altrimenti chiamatela propaganda, grazie.