Preghiera
Inchinarsi agli ismi per fare l'artista
Sia Pollock che Rothko beneficiarono del Federal Art Project, programma di Roosevelt per stipendiare pittori e scultori. Oggi non potrebbe funzionare: tutti gli artisti devono inchinarsi agli stessi idoli
Accidenti a Gregorio Botta, il suo “Pollock e Rothko” (Einaudi) mi ha fatto sbandare per un attimo, per due pagine, verso quel socialismo oggi così apprezzato su entrambe le sponde dell’Atlantico. Vi ho scoperto che entrambi i pittori beneficiarono del Federal Art Project, tipica iniziativa rooseveltiana, gigantesco programma governativo che per anni stipendiò 10 mila fra pittori, scultori, grafici, scenografi, fotografi. Mi son detto: non servirebbe qualcosa del genere anche adesso, in Italia?
Gli artisti in bolletta non mancano, e fra loro dei nuovi Pollock e dei nuovi Rothko ci sono senz’altro. Poi ho letto meglio: il Federal Art Project si distinse per il suo ecumenismo, sia estetico sia ideologico, e infatti nell’elenco degli stipendiati si trovano sia figurativi sia astrattisti, sia i patrioti del regionalismo sia i comunisti del muralismo. Oggi non potrebbe funzionare.
Oggi negli Usa così come in Italia tutti gli artisti dovrebbero inchinarsi agli stessi idoli, dovrebbero allinearsi a tutti gli ismi (ambientalismo, femminismo, immigrazionismo, omosessualismo...) e un Art Project finirebbe col finanziare solo della propaganda. Per un socialismo che non sia sinonimo di censura ci vorrebbe un Franklin Delano Roosevelt. Ma purtroppo un Franklin Delano Roosevelt non c’è (in Italia, per dire, abbiamo Alessandro Zan: la Nuova Mordacchia al posto del New Deal).