Preghiera
Leggere Robert Redeker per riflettere sull'occidente impazzito di fronte alla morte
Il saggio del filosofo francese aiuta a scoprire le vere cause del presente collasso occidentale
Mi si perdoni di aver letto a dicembre, e non a novembre, “L’eclissi della morte” di Robert Redeker (Queriniana). A mia discolpa dirò che nel 2020 ogni mese sembra novembre. E che le pagine sulla cremazione saranno importanti a lungo. Ho letto il filosofo francese (quanti filosofi continua a produrre la Francia! Quanti filosofi mi fa conoscere Giulio Meotti!) con lo spirito con cui in questo periodo leggo gli autori più consapevoli, ossia con la speranza di scoprire le vere cause del presente collasso occidentale (il virus cinese mi sembra più un effetto che una causa). Redeker scrive: “Con la fine del credito assoluto tributato dai popoli alle grandi narrazioni filosofiche, religiose e politiche, con l’ascesa dell’individualismo nelle scelte spirituali, la capacità di resistenza della cultura collettiva di fronte al negativo si è notevolmente indebolita”.
Sì, se all’appuntamento con la storia non si fosse presentato già disfatto dal nichilismo, il Vecchio continente colpito da un’epidemia meno letale di molte epidemie del passato non sarebbe crollato in questo modo. Franco Garelli ha calcolato che in Italia negli ultimi 25 anni gli atei sono triplicati, ed è incalcolabile il numero di coloro che atei non si dichiarano, che credono di essere ancora suppergiù cristiani e che però esibiscono tatuaggi, fanno l’albero di Natale, mangiano il panettone bio. Una cultura collettiva inconsistente che obbligata a guardare in faccia la morte, in precedenza rimossa, non ce l’ha fatta ed è impazzita.