Preghiera
L'atto di ripicca del bestsellerista contro il critico sconosciuto
Alessandro D'avenia si ravveda: avrebbe dovuto reagire alla stroncatura di Davide Brullo porgendo cristianamente l'altra guancia
Alessandro D’Avenia si ravveda. Riguardo un episodio di cui non volevo parlare ma poi ho capito di doverlo fare, altrimenti avrei peccato di omissione. Avevo già riferito di “Stroncature” di Davide Brullo (Gog) senza dire che dei molti scrittori criticati dallo spericolato giornalista culturale chi reagì peggio fu proprio chi avrebbe dovuto reagire meglio, porgendo cristianamente, ed elegantemente, l’altra guancia. D’Avenia, cattolico dell’Opus Dei, fece scrivere dall’avvocato per sollevare l’ipotesi di diffamazione, mettendo Brullo, traduttore dei Salmi, in difficoltà con la testata. Tramandato sulle pagine di “Stroncature” questo gesto ha un pessimo aspetto di ripicca, di atto di superbia del bestsellerista famoso contro il critico sconosciuto: Golia contro Davide. Io non so cosa avrebbe detto Escrivá, di fronte a così sconfortante controtestimonianza. Io so cosa ha detto Don Bosco: “Non si venga a questioni davanti ai tribunali laici”. E so cosa ha detto San Paolo: “Quando uno di voi è in lite con un altro, osa forse appellarsi al giudizio degli ingiusti anziché dei santi? E’ già per voi una sconfitta avere liti tra voi!”. Non c’è bisogno che aggiunga altro.