Non mi interesso di politica, mi interesso di religione e di arte. Per quanto cerchi di tenere separati gli ambiti, a volte questi si toccano. Contro la mia volontà e forse pure contro la loro volontà. Io non volevo parlare di Draghi, dell’omaggio del neopresidente del consiglio al nuovo vecchissimo idolo, la Madre Terra, però Enrico Minguzzi, eccellente pittore romagnolo, mi ha appena mandato la foto di una sua pala d’altare, una tavola collocata nella chiesa di Santa Maria dell’Angelo, a Faenza. La chiesa sarebbe sconsacrata ma per un uomo religioso una chiesa è una chiesa per sempre e qualsiasi immagine non cristiana vi fa l’effetto di una profanazione. La pala, pittoricamente sublime nel senso di Burke e di Rilke (bello come inizio del tremendo), si intitola “Occhio di cielo”. Non c’è Cristo, non c’è la Madonna, non c’è un Santo, c’è una nube tempestosa che potrebbe contenere Dio e non direi lo Yahweh di Esodo 16,10 bensì lo spinoziano Deus sive Natura, dunque un Dio impersonale perfetto per Draghi, per Bergoglio, per la diocesi postcristiana di Faenza (organizzatrice della mostra), un po’ per tutti tranne che per me e per Santa Maria, la padrona di casa, madre di Dio fatto uomo e non pianeta, consolatrice degli afflitti, consolatrice mia.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE