Preghiera
"E' mmuorto Totò!"
L'ultimo libro di Paolo Isotta è un tributo al Principe della risata, nelle sue vesti più libere e teatrali. Meritano una lacrima entrambi
San Gennaro, quanta nostalgia. Del tuo devoto Paolo Isotta che è morto poco prima dell’uscita del suo unico libro non da critico musicale, e dunque il più accessibile, “San Totò” (Marsilio). E appunto di Totò, chiamato santo da Fellini e un tempo destinatario di richieste di grazie da parte del popolo napoletano che lo considerava, San Gennaro perdonali, quasi un compatrono. “Il 15 aprile 1967, verso le tre del pomeriggio, scendevo a via Roma dal corso Vittorio Emanuele attraversando i vicoli dei ‘Quartieri’. Avevo sedici anni. Dai ‘bassi’ uscivano donne in lacrime. Singhiozzano. ‘E’ mmuorto Totò!’”. Quanta nostalgia, San Gennaro. Mai più nascerà uno scrittore idiosincratico e libero in tal misura, mai più qualcuno capace di scrivere “ricchione”, “mezzo ricchione”, “anziano ricchione” senza usare le virgolette. E mai più avremo un attore capace di racchiudere in un sol volto, o maschera, millenni di palcoscenico, “Fescennina iocatio, Farsa Atellana, Plauto, Commedia dell’Arte” e tutta la linea Scarpetta-De Marco-Viviani, con Petrolini per giunta. San Gennaro, ti raccomando Isotta grazie al quale ho capito definitivamente Totò e ti raccomando Totò grazie al quale ho capito definitivamente Isotta, mentre piango entrambi con le lacrime che meritano le meraviglie perdute per sempre, che l’Italia ha perduto per sempre.