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preghiera

Gli spiriti di Zappolino

Camillo Langone

L'indagine narrativa di Antonio Iovane sulla famosa seduta spiritica serve a misurare alcune stature della storia recente: Prodi ne esce rimpicciolito

“Non so da quanti anni la storia della seduta spiritica mi ossessioni. Ma come? Un piattino da caffè su un tavolo che si muove da solo durante una presunta seduta spiritica? E Romano Prodi tra i partecipanti? E il piattino che rivela la strada in cui si trovava il quartier generale in cui dormiva Mario Moretti, il capo dei rapitori di Moro?”. Lo scrive Antonio Iovane in “La seduta spiritica” (minimum fax) e posso capirlo: il piattino di Zappolino non mi assilla in tal modo e però l’ho spesso presente, a convalidare il mio giudizio sullo stato italiano. Questa indagine narrativa serve a misurare alcune stature della storia recente: ne esce ulteriormente ingrandito Sciascia, ne esce ulteriormente rimpicciolito Prodi, proprio un “becco di ferro” come si dice in Emilia. Zappolino torna sempre: qualche mese fa andavo a Monteveglio per tortellini in brodo e cinghiale in umido ed ebbi un soprassalto quando vidi il cartello per la località fatale… Insomma gli spiriti non esistono ma Zappolino, sui colli bolognesi, esiste davvero, e tormenterà i suoi protagonisti per tutta la vita e forse per tutta l’oltrevita. Onde evitare guai, nessuno dimentichi San Pio X: “Tutte le pratiche dello spiritismo sono illecite, perché superstiziose, e spesso non immuni da intervento diabolico”.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).