preghiera
In questo Venerdì Santo permanente leggo Enzo Bianchi
Come lo capisco, padre Bianchi: seduto in fondo alla chiesa, nell'ombra, mi sento amico di un condannato a morte
Sono tornato all’ultimo banco. Come a scuola quando me ne stavo in fondo all’aula per leggere in pace Kerouac o Berto. Vivo da oltre un anno un Venerdì Santo permanente: niente messa (soffro di una grave forma di mascherinofobia), tristezza, adorazione della Croce. Con la contemplazione dei chiodi che ogni giorno, dalla Cina al Mozambico alla Germania, comunisti e islamisti e omosessualisti nel corpo di Cristo conficcano. Adesso anziché “Sulla strada” o “Il male oscuro” leggo i tweet di Enzo Bianchi esiliato da Papa Feroce: “Solo se conosci l’oppressione sai cosa significhi la libertà, solo se conosci la censura sai cosa sia la libertà di parola”. Come lo capisco, qui in fondo alla chiesa, nell’ombra per non farmi vedere, io fuorilegge, bandito smascherato, amico di un condannato a morte.