preghiera
La lotta contro la dispersione dei veri collezionisti
Le meraviglie dell'arte fuori moda hanno bisogno di autentici conservatori come Giampaolo Cagnin, perché il il ritorno d'interesse le trovi integre e riunite
Secondo Walter Benjamin il collezionista è colui che “intraprende una lotta contro la dispersione”. Secondo me questa definizione vale solo per una categoria di collezionisti, la più nobile. Un bell’esempio di collezionista benjaminiano è colui che ha appena consacrato la sua collezione di scultura italiana otto-novecentesca con un sontuoso catalogo Franco Maria Ricci: “Maestri della forma. Sculture dalla Collezione Giampaolo Cagnin”. Una raccolta formata non per accaparrare (l’avarizia è movente di collezionisti meno nobili) ma per custodire. E quindi tramandare. Pertanto considero Cagnin, di cui ignoro le opinioni strettamente politiche, un vero conservatore. Lui salva dalla dispersione meraviglie fuorimoda, realizzate da artisti ai loro tempi celeberrimi e oggi snobbati (contare su Instagram le foto col Dito di Cattelan e quelle col Monumento alle Cinque Giornate di Giuseppe Grandi), affinché il futuro, inevitabile ritorno d’interesse le trovi integre e riunite. La mia preferita? Il baconiano “Gatto feroce” di Agenore Fabbri (1949). Si auspica mostra.