preghiera
Voglio vivere nel mondo colorato di Domenico Ruccia
La pittura dell'artista barese, agli antipodi di proibizionismo e moralismo, raffigura un paradiso terrestre su tela. In una dimensione a metà strada tra Puglia e California
Non ne posso più del coprifuoco, delle varianti, dei cancellanti, dei censori, degli odiatori... Che riesca a trasferirmi presto nel meraviglioso mondo di Domenico Ruccia. Ruccia è un pittore trentenne della Terra di Bari (come molti artisti pugliesi vive però a Milano). Gli abitanti del meraviglioso mondo di Ruccia bevono e fumano senza divieti (non solo in casa e in spiaggia, anche in ospedale, perfino in aereo), se uomini fanno spesso i marpioni, se donne sono felici di ricevere pacche. Il mondo di Ruccia, colorato, quasi zuccherato, una festa per gli occhi, si colloca pittoricamente fra Josh Agle e David Hockney, iconicamente fra anni Sessanta e Ottanta, geograficamente fra California e Puglia. Vi regnano libertà di movimento e di corteggiamento, edonismo, gioia di vivere. Agli antipodi dell’arte sociale, dunque del socialismo, del proibizionismo e del moralismo, è un paradiso terrestre su tela. Che possa trasferirmi presto su quelle riviere magiche, popolate da ragazze in bikini che servono cocktail sorridendo, e viverci per sempre, o almeno la prossima estate.