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preghiera

Lode al filosofo che sostiene la pena capitale

Camillo Langone

Inutile ragionare con la masse sulla bontà di questo provvedimento. Ma è confortante sapere che esiste ancora un libero pensatore, anche se dentro l'accademia, che ragiona senza pregiudizi

Mi dà fastidio che sia confermata l’esistenza di un filosofo all’università di Trieste (io seguo la linea non accademica Croce-Emo-Giametta, credo che nelle università non ci sia spazio per i veri amanti della Sophia e sospetto che in ogni professore di filosofia alberghi un orribile piccolo Gentile, vale a dire un idolatra dello Stato che lo mantiene). Ma sarà l’eccezione che conferma la regola, Pierpaolo Marrone. Costui mi infastidisce anche per altri motivi: è un gattaro, come Leonardo Caffo scrive “umani” anziché “uomini”, al posto di “morale” usa il termine “etica”. Pure nel titolo del suo ultimo libro, “Parole per un’etica quotidiana” (Mimesis).

 

E allora perché gli dedico una Preghiera? Per lanciargli una delle mie amate maledizioni bibliche? No, ne scrivo per lodarlo, in virtù del decimo capitolo che difende, udite udite, la pena di morte. Non entro nei dettagli perché non contano: noi fautori della pena capitale sappiamo perfettamente che nessun ragionamento potrà smuovere le odierne masse masochiste. Mi accontento che questo capitolo esista, mi conforta sapere che da qualche parte, per merito di qualche valoroso, esistano ancora frammenti di libertà di espressione. 

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).