preghiera
Ignobili spaghetti, stereotipo e caricatura
A mangiarli, ci si sente subito dei poveretti. E a differenza della pasta corta, sporcano la cravatta. Ma quelli dedicati a San Giovannino in terra di Bari, una volta all'anno potrebbero perfino risultare buoni
San Giovannino, cugino di Gesù Bambino, purtroppo non sono in Terra di Bari e oggi non potrò onorarti col piatto pugliese che da te prende il nome: gli spaghetti alla San Giuannidde. Non mi piacciono gli spaghetti, per te avrei fatto un’eccezione. Ne parlavo con un amico aristocratico, il barone di T*, che invece ne è entusiasta. “Forse perché sei nobile puoi permetterti un formato ignobile” gli ho detto.
Lo spaghetto è uno stereotipo, una caricatura, è il formato di Totò in “Miseria e nobiltà”, per l’appunto, di Sordi nell’ “Americano a Roma”, di Elio e le Storie Tese nel “se famo du’ spaghi”, se lo mangio io non faccio ridere e non rido, anzi, mi sento subito un poveretto che si ingozza di amidi per trarne consolazione. E poi, a differenza della pasta corta, sporca la cravatta… San Giovannino, mi raccomando a te e prego tuo cugino di concedermi almeno un altro giugno, il 24.6.2022 mi piacerebbe essere in Puglia, spadellare questi famosi spaghetti con aglio, olio, capperi, alici e pomodorini: mangiati una volta all’anno potrebbero perfino risultare buoni.