preghiera
Archeologia della Croce, sepolta sotto sciatteria e amnesia
Clero e paraclero hanno prosciugato le acquasantiere, imbrattato i portali con cartelli minacciosi, imposto a Dio le regole di Cesare. Mascherine e distanziamento hanno sostituito una virtù ormai dimenticata: la fede
Sant’Elena, tu che ritrovasti la Croce di Cristo fammi rivedere la Croce di Cristo. Nel IV secolo a Gerusalemme la Croce era invisibile perché ricoperta di terra e paganesimo, nel XXI secolo in Italia è invisibile perché occultata da regole e covidismo. Fornendo una controtestimonianza sesquipedale, clero e paraclero (quest’ultimo nelle parrocchie è il peggio) hanno prosciugato le acquasantiere, imbrattato i portali con cartelli minacciosi, imposto a Dio le regole di Cesare. Io cristiano clandestino mi aggiro nelle città all’ardua ricerca di una chiesa aperta e non sorvegliata, dispiaciuto di non trovarmi in Armenia (alle messe nei monasteri di laggiù, mi raccontano, niente mascherine e al posto del distanziamento c’è una virtù qui dimenticata, si chiama fede). Gesù disse: “Lasciate che i bambini vengano a me”. I vescovi italiani (“commissari dell’ideologia del presente”, definizione del cardinale Sarah) ordinano: “Erigete barriere davanti a lui”. Sant’Elena, tu che per ritrovare la Croce ti facesti archeologa fallo ritrovare anche a me quel legno di salvezza, dammi la forza di scavare strati e strati e strati di sciatteria, amnesia, apostasia.