preghiera
Consoliamoci, vendere tante copie conta poco o nulla
“Vi è una sorte unica per tutti”, ricordarselo sempre. Lo fa anche Davide Bregola con il libro “I solitari. Scrittori appartati d’Italia”, autori insocievoli di piccolo, medio, grande successo che si tengono lontani dai riflettori
Tutto è vanità e un inseguire il vento. Oggi non lo rammenta l’Ecclesiaste bensì Davide Bregola con un libro di incontri letterari, “I solitari. Scrittori appartati d’Italia” (Oligo Editore). Bregola offre da sempre una scrittura serena, amichevole, affabile: stavolta risulta ancora più consolante, specie per noi autori impopolari, siccome mostra come vendere tante copie conti poco o nulla. Nelle vesti di giornalista culturale incontra scrittori insocievoli di piccolo, medio, grande successo, ci mangia e ci beve insieme, chiacchiera amabilmente. I capitoli più rasserenanti riguardano gli scrittori reduci da successi enormi, insomma Lara Cardella e Gavino Ledda. La fama se n’è andata e loro si arrabattano. Non c’è nessuna soddisfazione, nessuna rivalsa, anzi: Bregola, troppo saggio per essere ambizioso, è il letterato meno invidioso che abbia mai conosciuto. Semplicemente dalle sue pagine emerge una condizione comune, la condizione umana. “Vi è una sorte unica per tutti”, ricordarselo sempre.