preghiera
Lode a Paolo Ventura, artista inattuale e asociale
Fotografo e pittore e autore insieme a Laura Leonelli di “Autobiografia di un impostore”, non se ne conoscono di così passatisti: un uomo che del passato cerca lo stile, non la morale. Legga Ventura chi rimpiange ossobuco e cassoeula
“Fin da bambino avevo capito che il presente portava solo guai... Invece il passato, che fossero i ricordi di mia nonna, i libri sulla disfatta di Caporetto, il vestito di Marcel Proust, o ancora le centinaia di fotografie anonime che collezionavo, era una dimensione sicura, al riparo perché lontana”. Sono le parole di un artista raro, Paolo Ventura, fotografo e pittore e autore insieme a Laura Leonelli di “Autobiografia di un impostore” (Johan & Levi). Raro perché non conosco artisti così dichiaratamente passatisti: Ventura, nato nel 1967, parla della Milano dell’infanzia ma è immerso al contempo nella Milano anni Quaranta che non ha visto se non nei quadri di Sironi, aleggiante. Non è un conservatore: un conservatore violerebbe tutti i comandamenti pur di non violare il quarto, mentre lui non fa che demolire il padre. È un passatista estetico, un uomo che del passato cerca lo stile, non la morale. Io sono l’opposto e però la descrizione, fra Gadda e Piero Chiara, di un antico pranzo domenicale milanese (pagina 15) mi ha commosso. Legga Ventura chi rimpiange ossobuco e cassoeula, e chi intende la necessità di un artista inattuale e asociale.