preghiera
Non si mangia due volte nello stesso ristorante, ma qualche consiglio è bene darlo
Il cuoco Bassano Vailati è uomo che non si adagia, animato da una sete inesauribile di conoscenza: un uomo che legge, che continua a imparare e a migliorare. La sua ortolana, le lumache, i piedini, i nervetti, il pasticcio, sono da mangiare più e più volte
Non ci si bagna due volte nello stesso fiume, non si mangia due volte nello stesso ristorante. Gastronomo eracliteo, sbuffo quando mi chiedono consigli su dove andare a mangiare: a parte che i miei criteri non sono i tuoi, il tuo pranzo non sarebbe il mio. Capisco però che qualche indirizzo ogni tanto bisogna rischiare di darlo. Eccone uno per l’autunno: Trattoria da Bassano, via Lago Gerundo 15, Madignano (Cremona). Non rischio troppo perché Bassano Vailati è uomo che non si adagia, animato da una sete inesauribile di conoscenza: sì, è un uomo che legge. Un uomo che continua a leggere è un uomo che continua a imparare e a migliorare. Quanti uomini, quanti cuochi già a quarant’anni abbassano la serranda mentale... Mentre Bassano, come me, segue Solone: “Sempre imparando nuove cose invecchio”. L’ultima volta mi ha mostrato, felice come un bambino, la sua ultima lettura, “Folclore cremasco” di Francesco Piantelli (1951), un libro che chissà se lo hanno letto Pietro Valsecchi, Beppe Severgnini, Carlo Bonomi (i cremaschi oggi illustri). Non si mangia due volte nello stesso ristorante: io però mangio anche tre volte l’ortolana, le lumache, i piedini, i nervetti, il pasticcio, i ravioli, i tortelli cremaschi del cuoco a mia scienza più appassionato, più oblativo, più dedito.