preghiera
Tomaso Montanari contro le chiese a noleggio
Si dichiara “cristiano cattolico, credente e praticante”, e infatti si scaglia contro il naufragio dell'Italia sacra, le chiese serrate, museificate, distrutte, vendute. Come quando Chiara Ferragni ha sfilato seminuda in Santo Stefano al Ponte a Firenze
Scrivere di “Chiese chiuse” di Tomaso Montanari (Einaudi) mi è difficilissimo. In alcune pagine lo sento fratello (del resto si dichiara “cristiano cattolico, credente e praticante”), in altre estraneo assoluto: quando idolatra lo Stato e la Costituzione, quando invita a trasformare le chiese dismesse in moschee (Cristo e Maometto per lui pari sono?). Elenco ciò che me lo rende prossimo. La consapevolezza e il dolore riguardo “l’immane naufragio dell’Italia sacra”. Frasi come: “Una chiesa a pagamento non è più una chiesa”. Lo sgomento per i cartelloni pubblicitari sulle chiese: “I mercanti sul tempio”. La pena per le chiese serrate, museificate, distrutte, vendute. L’orrore per le chiese noleggiate, come quella di Santo Stefano al Ponte, Firenze, dove si tenne una sfilata di Pitti: “Le modelle (tra le quali spiccava Chiara Ferragni) si sono spogliate nella cripta, hanno sfilato nella navata e hanno posato per i fotografi – seminude – su un altare dove per secoli si è celebrato il sacrificio eucaristico”. Poi Montanari ha le sue ricette, tristemente politiche (non capisce l’incompatibilità fra cristianesimo e democrazia, ignora che la maggioranza votò Barabba e vota Chiara Ferragni), mentre io mi limito a una preghiera: Gesù, ritorna!