preghiera
La prosa ipnotica di Pierre Drieu La Rochelle causa dipendenza
“Intermezzo romano” è uno dei suoi più bei libri. Oggi lo direbbero anaffettivo e misogino e sarebbe riduttivo, mentre sarebbe del tutto sbagliato dirlo fascista: di Mussolini si parla poco e sempre negativamente. Il viaggio in Italia di un dandy apatico
Una settimana fa non sapevo nemmeno esistesse e ora giudico “Intermezzo romano” (Aspis Edizioni) uno dei più bei libri di Pierre Drieu La Rochelle. Scritto nel 1943 ossia durante l’incubazione del suicidio, rimasto incompiuto ma perfetto così. Racconta il viaggio in Italia, metà anni Venti, di un francese che somiglia moltissimo all’autore. Non per turismo ma per amore di una statuaria contessa (forse, nella realtà, Cora Caetani nata Antinori). L’amore è, beninteso, alla maniera di un dandy apatico come Drieu: “Mi sono annoiato con la maggior parte delle donne, tranne con quelle che ho visto giusto un’ora o due tutte nude dentro un letto”. I due amanti si danno sempre del lei (nell’originale del voi), copulano freddamente e lui per giunta va a puttane, oggi lo direbbero anaffettivo e misogino e sarebbe riduttivo, mentre sarebbe del tutto sbagliato dirlo fascista: di Mussolini nel libro si parla poco e sempre negativamente. Prego gli editori di tradurre o ristampare gli altri libri introvabili di Drieu La Rochelle: la prosa ipnotica di “Intermezzo romano” mi ha causato dipendenza, di quei pensieri stupendi e disperati non posso più fare a meno.