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L'autobiografia di Gottfried Benn, rarefatta e reticente ma ricca di insegnamenti
Uno di quei titoli aristocratici e incommerciali che fanno della Adelphi la Adelphi, oggi rieditato per il godimento di felici pochi. Lezioni preziose come il ruolo dei Santi contro il nichilismo, e la superiorità dello stile su tutto
“I canti di Natale sono vietati; si auspicano, durante il servizio, riflessioni sul solstizio invernale con particolare riguardo al rinnovarsi della luce dal grembo della grande Madre Natura”. “Doppia vita” di Gottfried Benn è uno di quei titoli aristocratici e incommerciali che fanno della Adelphi la Adelphi, oggi rieditato per il godimento di noi felici pochi.
Autobiografia tedesca e novecentesca, rarefatta e reticente e però ricca di insegnamenti preziosi:
1) la differenza fra arte e cultura;
2) il ruolo dei Santi contro il nichilismo (riconosciuto da un ateo irriducibile);
3) la superiorità dello stile su tutto;
4) l’antihitlerismo degli ufficiali della Wehrmacht (Benn era medico militare);
5) l’idiozia dei nazisti, “quei sei pagliacci che credevano di saperne di più, da soli, dei secoli che li avevano preceduti” e che persero tempo a perseguitare anche un letterato impolitico e appartato come l’autore;
6) il paganesimo dei succitati, fanatici di Madre Natura come succede spesso (pure oggi) ai nemici del Figlio dell’Uomo e dunque dell’uomo.