preghiera
Gli insetti sono il modello degli specialisti che sanno parlare di una cosa soltanto
I critici d’arte che scrivono solo di mostre, i critici gastronomici che scrivono solo di ristoranti, i critici musicali che scrivono solo di concerti: tediano e ricordano gli insetti fitofagi che si accaniscono contro un solo vegetale. Noiosi nemici della varietà del mondo
Sono così favorevole agli insetticidi in agricoltura non solo perché senza insetticidi moriremmo di fame, come ai bei tempi dell’agricoltura davvero naturale e delle non meno naturali carestie, ma perché gli insetti sono un modello per sempre più persone. “La specializzazione va bene per gli insetti”, scrisse il profetico Robert Heinlein. Chi si sprofonda in uno spicchio di sapere si rende un po’ insetto. I critici d’arte che scrivono solo di mostre, i critici gastronomici che scrivono solo di ristoranti, i critici musicali che scrivono solo di concerti, autorinchiusi nelle loro gabbiette, mi tediano e mi ricordano gli insetti fitofagi che si accaniscono contro un solo vegetale (la mosca dell’olivo, la limacina della quercia, la tignoletta della vite…). Possibile che non sentano il bisogno di variare? Io non sarò mai universale come Leonardo e Michelangelo ma almeno cerco di non annoiare, innanzitutto me stesso. Nemico dello specialismo cerco il molteplice e lo trovo in Vittorio Sgarbi (che può parlare di tutto), in Giampiero Mughini (che può scrivere di tutto) e in pochissimi altri fra cui Luca Beatrice e Davide Rondoni, miei fratelli versatili. Per il resto vedo un disgustoso brulicare di monomaniaci e monofagi, ciechi alla varietà del mondo, nemici della varietà del mondo. E mi armo di Baygon spray.