preghiera
Le Piccole Patrie di Pasolini riportano alla luce il ragazzo padano
Il libro di Alessandro Gnocchi svela le città che pure sono state di PPP e che però nessuno gli associa. Molti film, a cominciare da "Teorema", vennero invece girati nella bassa lombarda, non lontano da "quella Cremona divenuta mia patria"
Pasolini è un giacimento inesauribile, non si finisce mai di estrarre. Alessandro Gnocchi in “PPP. Le Piccole Patrie di Pasolini” (La nave di Teseo) porta alla luce il Pasolini padano: il poco conosciuto Pasolini bolognese, il pochissimo conosciuto Pasolini cremonese, il per nulla conosciuto Pasolini mantovano, pavese, lodigiano… Gnocchi è cremonese e del Pasolini ragazzo è concittadino e vicino: “Quando apro la finestra di casa, vedo proprio l’angolo del giardino pubblico dove Pier Paolo Pasolini si fermava fino al tardo pomeriggio”. Leggendolo ho scoperto che negli anni bolognesi (1937-42) Pasolini praticò il bordello (ehm) e la bicicletta: venne a Parma per trovare un amico (un cento chilometri), poi andò a Venezia per la Biennale (154) e da lì a San Vito di Cadore (146, molti in salita)… Il cinema oggi è un fenomeno locale romano e dunque di Pasolini tutti ricordano i film romani: Gnocchi rammenta che molti film, a cominciare da “Teorema”, vennero invece girati nella bassa lombarda, non lontano da “quella Cremona divenuta mia patria”. Gnocchi ha fatto suo l’ultimo slogan pasoliniano, il difendi-conserva-prega dell’ultima poesia, io idem e quando leggo “patria”, specie se “piccola” come spesso precisa Pasolini, mi commuovo. Consigliato ai difensori, ai conservatori, agli oranti, ai patrioti.